domenica 27 agosto 2017

NIENTE "SFUMATURE", SOLO BUONA LETTERATURA PULP

“Io canto il sacro. Canto i corpi, canto il sesso, l’unione tra l’uomo e la donna, l’intimità sempre sconvolgente di corpi che s’incontrano, della copula, del fornicare, su letti con lenzuola di lino inamidato, su pavimenti coperti da tappeti sporchi, su divani traballanti, in vasche da bagno, sotto lo stillicidio di una doccia che perde, in letti adulteri ancora intrisi dell’odore dell’altro, in ogni luogo pubblico o privato. Canto la scopata, l’inculata, i sospiri, il dolore, i piaceri. Canto quello che non c’è più. Piango quello che siamo stati un tempo, e se tu dici che in questo modo ti tradisco, ti rispondo che sbagli. Può sembrare una veglia funebre, ma è anche una celebrazione. Di come la nostra carne nuda si è incontrata e congiunta, e di una gioia suprema”.
Maxim Jakubowski ci racconta di come la nostra carne nuda si incontra e si congiunge, e di “una gioia suprema” attraverso questo “Vita nel mondo delle donne. Una raccolta di storie d’amore vili e pericolose”. Erotismo esistenziale? Fate voi. Ma non pensate nemmeno lontanamente di essere dalle parti delle varie "sfumature", più o meno colorate, che hanno popolato (ed economicamente rianimato) le librerie negli ultimi anni, qui c’è intanto alta letteratura con una scrittura avvincente che spazia senza soluzione di continuità tra il porno e il noir. La protagonista del romanzo è la classica bionda mozzafiato che sembra uscita direttamente dalle pagine di Raymond Chandler e del suo mitico investigatore Philip Marlowe oppure dai classici di James M. Cain e Dashiell Hammett. La bionda, che nelle sette parti del libro assume identità e ruoli diversi ma ha sempre le identiche caratteristiche fisiche, è l’amante di uno scrittore, evidente alter ego del nostro; tra di loro intercorre una relazione fisicamente perfetta che, inevitabilmente, dopo il travolgente periodo iniziale finisce per consumarsi nella routine. Mentre la donna, forte dell’acquisita consapevolezza, vive la nuova stagione con maturità e disinvoltura, l’uomo non riesce a farsene una ragione e, nelle sette parti e quindi con sette soluzioni diverse, trova la via d’uscita alla sua ossessione solo nella morte violenta di entrambi.
I richiami letterari e cinematografici sono numerosi e la lettura scorre gradevolissima sia nelle roventi parti passionali che in quelle noir in chiave pulp. Nella settima e ultima parte “Il caso del nudo nella camera chiusa” c’è un chiaro omaggio a Wim Wenders e al suo straordinario “Paris Texas”; Nastassja Kinski e Harry Dean Stanton si materializzano nelle pagine e ridanno vita alla straniante situazione dell’uomo che rintraccia la sua donna in un locale dove vende il suo corpo al migliore offerente.
Con tecnica magistrale, Jakubowski sceglie sapientemente le location dove si consuma l’epilogo di ogni parte del libro, rendendole coerenti alla scelta di vita della donna; si passa così da suite sfavillanti di grandi alberghi, a moderni uffici editoriali, da compassati quartieri londinesi a squallidi sobborghi industriali, dalle grandi metropoli nord americane ai vizi di plastica di quelle californiane per finire nello squallore postribolare di una New Orleans senza il conforto del blues. Non manca un dichiarato omaggio a Philip K. Dick nella scena in cui l’amante viene incaricato, per un curioso equivoco, dal marito di indagare sull’amante della moglie… cioè su se stesso.
Il libro è del 1996 ed è stato pubblicato in Italia nel 1997 dalle Edizioni Es nella collana “Biblioteca dell’Eros” che, purtroppo, proprio con questo numero 90, ha chiuso i battenti.
Maxim Jakubowski, nato a Londra nel 1944 e cresciuto a Parigi, ha iniziato la sua carriera nel mondo editoriale aprendo la libreria “Murder One” in Charing Cross Road a Londra nel 1988. La libreria, diventata in breve tempo un punto di riferimento mondiale per gli appassionati del giallo e del noir, ha chiuso il 31 gennaio del 2009 dopo 21 anni di attività.
In punto di chiudere Maxim Jakubowski ha dichiarato: “La libreria non ha mai avuto particolari difficoltà economiche, ma la situazione dei mercati, e la perdita di valore della sterlina nei confronti del dollaro, non lasciavano presagire nulla di buono per il futuro. Meglio chiudere, quindi, senza lasciare debiti e con la reputazione immacolata”.
Maxim aveva purtroppo visto giusto e, con la sua decisione, diede il via a una tendenza che avrebbe portato in breve tempo alla chiusura della stragrande maggioranza delle librerie storiche indipendenti in ogni angolo del mondo.
Rimasto nel campo dell’editoria, oggi Jakubowski è uno degli editor più importanti e apprezzati a livello planetario. Nel 2013 ha curato, per l’editore americano “Running Press”, l’antologia “La Dolce Vita” che racchiude racconti erotici italiani in lingua inglese, scritti da alcune delle autrici del genere più rappresentative nel nostro paese quali Barbara Baraldi, Katia Ceccarelli, Eliselle, Francesca Mazzuccato, Sofia Natella, Valeria Parrella, Alina Rizzi e Claudia Salvatori.
Franco Arcidiaco
Maxim Jakubowski, “Life in the World of Women”/”Vita nel mondo delle donne”, Milano 1997, ES edizioni, pagg. 160, £ 28.000
Nella foto l'autore con Barbara Baraldi







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